Biagio Fioretti legge le mie foto così…

Ileana Macri

Le donne di Cristina Rezzi danno conferma circa la nostra ignoranza.

Pongono certezza al disagio di non sapere dove inizia la materia e dove finisce la luce. Quanto c’è ancora di corpo o se tutto il resto è approssimativo per fotoni.

Ti perdi in questo dubbio e sorvoli su quel corpo, senza chiederti più se sia davvero di una donna.

In fondo davvero le donne della Rezzi hanno protoni di mascolinità. La luce scolpisce le fasce muscolari e ti perdi a provare da che parte del campo stai. Dove passa il confine del tuo essere genere o solo della tua genia.


Inquietano e placano, dunque le donne rezziane. Mettono voglia di saperne di più. Come se a parlarci potessero raccontare tutta l’intuizione di chi le ha fissate in quello scatto.

Fragilità, forse. Malinconia struggente, certamente.

BiagioFioretti