Nasco a Roma neI 1967 e fin da bambina provo curiosità per quel giocattolo di metallo che era la macchina fotografica di mio padre, ovviamente fotografo.
Grazie ai numerosi viaggi effettuati insieme alla mia famiglia e al mio bellissimo bambino, ho scattato e scattato riportando a casa immagini indimenticabili descriventi momenti bellissimi e ricordi indelebili. Quell’istante è destinato a finire, ma il ricordo durerà per sempre.
Dalla Yashica analogica alla digitale il passaggio non è stato semplice, complice il desiderio di imparare ad usare la reflex con cognizione di causa e assolutamente in manuale, ho iniziato a frequentare corsi di fotografia. Dopo un iniziale scetticismo, ho scoperto un nuovo mondo altrettanto affascinante con tecnologie capaci se usate opportunamente, di seguitare a far vivere emozioni altrettanto forti.
Amo la fotografia in tutte le sue discipline, dal ritratto alla paesaggistica. Ho scoperto un mondo nuovo, elettrizzante nello scattare durante i concerti, con le luci che non ti aiutano e tu sei li ad aspettare il momento giusto per immortalare un’espressione, un gesto, un capriccio.
L’empatia che si crea con la modella durante uno shooting, il guardare oltre, l’entrare in sintonia con il soggetto che stai fotografando è fondamentale al fine di portarti a casa degli scatti degni di nota.
Devo molto ad alcuni amici e ai miei insegnanti di fotografia che hanno saputo accrescere il desiderio di mostrare e dimostrare sempre di più quanto sia fantastica e soddisfacente la riuscita di uno scatto.
Il mio pensiero è che la fotografia nasca soprattutto dal cuore, dalla passione che poi trasmette agli occhi che permettono di catturare ogni singolo attimo irripetibile.
La cosa più difficile per un fotografo è capire cosa può mostrare, fare comprendere, e successivamente come realizzare ciò che si porta dentro. La materia prima è comune a tutti, a portata di tutti: non esiste una chiave per riuscire a fare le fotografie. Per questo la fotografia è la disciplina artistica più difficile, proprio perchè è la più facile: con lo stesso alfabeto, tutti possiamo scrivere cose diverse. (Franco Fontana)